Una delle “opportunità” che  TeCHNIC offre, nel panorama dei prodotti digitali che costituiscono i risultati del lavoro dei ricercatori e dei tecnici impegnati nel progetto, è la possibilità di fruire di oggetti realizzati attraverso differenti metodologie di rilievo e restituzione grafica. Le attività di documentazione condotte preliminarmente sui reperti archeologici, o sugli elementi che si intende riprodurre, portano ad una serie di dati che, una volta acquisiti, permettono di ricreare e, dunque, di offrire agli occhi dell’osservatore una copia ‘virtuale’ dell’oggetto o dell’elemento considerato al fine di agevolare la comprensione attraverso l’analisi di ogni singolo dettaglio morfologico, dimensionale o di aspetti legati a caratteri e  cromia delle superfici.

Le possibilità offerte oggi da moderni strumenti di rilievo e restituzione permettono di ottenere oggetti digitali, sia 2D che 3D, che dal singolo reperto spaziano a elementi costruttivi o dettagli architettonici di singoli monumenti o di  interi complessi edilizi, che possono essere accuratamente riprodotti nelle loro dimensioni, volumetrie e colori, all’interno di uno spazio virtuale che ne consente, qualora lo si voglia, di mantenere intatti i riferimenti allo spazio fisico reale e al contesto di provenienza.

ARCHIVIARE & INTERPRETARE
I DATI

Le enormi possibilità in termini di accuratezza della documentazione e di qualità dell’informazione consentite dai tali oggetti digitali rappresenta l’esito  di una scrupolosa documentazione storico-archeologica ed è il risultato di accurati rilievi metrici eseguiti sull’originale da riprodurre. La qualità della documentazione e la precisione nella resa del dato,  tuttavia, non costituiscono l’unico punto di forza insito nell’applicazione di tali metodologie. 

Occorre infatti ricordare come l’intero  processo non sia assolutamente invasivo e, attraverso un’unica e fondamentale operazione di rilievo, permetta di registrare, archiviare e gestire digitalmente  una quantità notevole di dati i quali potranno essere successivamente – sottoposti a differenti tipologie di analisi e restituzione potendo così di fatto soddisfare molteplici necessità conoscitive o di comunicazione e condivisione della conoscenza. 

L’utilizzo delle moderne tecniche di rilievo e restituzione digitale di oggetti, monumenti e contesti rappresentano pertanto, con la qualità dei risultati che consentono di ottenere, uno straordinario esempio del proficuo rapporto che l’archeologia oggi intrattiene con le tecnologie. Un rapporto che se basato sul rigore scientifico porta a straordinari risultati. I prodotti digitali rappresentano, dunque, un importante archivio di dati, stimolando al contempo nuove  ‘visioni ipotetiche’ di un passato che spesso, attraverso le ricostruzioni virtuali, torna a prendere vita.

Gli oggetti digitali realizzati in TeCHNIC possono essere utilizzati singolarmente o come parti di differenti prodotti multimediali. Sono oggetti che costituiscono veri e propri strumenti ad alto potenziale informativo e hanno una straordinaria versatilità nell’ambito della tutela, valorizzazione, pianificazione, design urbano e industria culturale e creativa.

Su TeCHNIC è possibile osservare e fruire di alcune delle ricostruzioni 3D che sono state realizzate dai ricercatori e dai tecnici esperti nel campo della restituzione digitale  applicata all’archeologia. Una di queste “meraviglie 3D” è una Protome in argilla perfettamente integra, raffigurante il volto di una divinità,  risalente al VI sec. a.C. (la datazione attribuita oscilla tra il 530 e il 520 a. C.), la cui produzione  è locale, ovvero proveniente dal territorio di Catania.

Un altro interessante oggetto digitale, di cui se ne possono ammirare tutti i particolari, è una Kore con capsula di papavero del 500-525 a.C. Anche questo reperto integro è in argilla dura e compatta e la produzione è locale. 

Un’ultima  meraviglia tridimensionale, presente sulla piattaforma TeCHNIC, è un Aryballos globulare in argilla arancione databile fra il  600 ed il 570 a.C. 

La restituzione in 3D del reperto permette di osservare, oltre i dettagli morfologici, anche i particolari della superficie esterna ricoperta di vernice nera. Sulla spalla è possibile notare una fascia di colore rosso compresa tra due coppie di linee bianche; mentre la superficie del bocchello, dipinta di rosso, è compresa tra due linee bianche concentriche.

Laura Alfano

Laura Alfano

Dottore di Ricerca in Archeologia – Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Scienze dell’Antichità

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